La fame emotiva e i cibi che aiutano a combattere lo stress
La fame emotiva è un fenomeno molto diffuso. Molte persone, quando sono stressate, si buttano inconsciamente su cioccolata, patatine e prodotti simili, mentre altre perdono completamente l'appetito. Eppure l'alimentazione può avere un ruolo fondamentale nel gestire meglio lo stress.
Risposte alle domande frequenti sulla fame emotiva
Nasce da un disagio, ad es. un periodo di stress o un senso di noia o frustrazione, anziché dal bisogno di nutrirsi. L'appetito arriva all'improvviso, per lo più verso cibi dolci, grassi o salati, e ci porta a mangiare inconsapevolmente e spesso dopo a sentirci in colpa.
La fame fisica è un'esigenza che nasce e cresce gradualmente, si manifesta con segnali fisici riconoscibili, come lo stomaco che brontola, e si placa con diversi alimenti.
La fame emotiva invece è un impulso improvviso e urgente, ed è spesso una reazione a una situazione di stress o a un senso di frustrazione o solitudine, e non ha niente a che vedere con il bisogno di saziarsi. In questo caso, mangiare serve soprattutto a lenire le emozioni o a distrarci.
- Si manifesta in maniera improvvisa e impellente
- Voglia di determinati «comfort food» come cibi zuccherati o salati
- Nessun senso di fame fisica
- Reazione a emozioni, non a un reale bisogno
- Talvolta distrarsi può aiutare a calmarla
Un'alimentazione equilibrata, ricca di vitamine del gruppo B (soprattutto B1, B6, B12), magnesio, acidi grassi omega-3 e carboidrati complessi, supporta il sistema nervoso e aiuta a gestire meglio lo stress.
Una gestione consapevole di se stessi e del cibo aiuta a riconoscere le ragioni effettive del proprio comportamento alimentare: mangio perché ho veramente fame o in risposta a emozioni quali stress, frustrazione o noia? Un'analisi consapevole permette di riconoscere tempestivamente i modelli emotivi e spezzarne il circolo vizioso.
Perché mangiamo quando siamo stressati?
Nei momenti di stress il corpo cerca soluzioni semplici per scaricare la tensione, sia fisica che emotiva. Cibi quali cioccolata, patatine o fast food fungono da valvola di sfogo immediata: sono subito disponibili, sono appetibili e danno un senso di appagamento a breve termine.
Come agisce la fame emotiva sul nostro organismo
Tutto parte dal cervello: i cibi zuccherati o grassi attivano il sistema della ricompensa, provocando la secrezione di dopamina, il neurotrasmettitore della motivazione, dell'energia e del senso di ricompensa. Per un attimo ci sentiamo confortati. Questo succede perché a livello fisico i cibi ricchi di carboidrati determinano un aumento del livello di insulina che, a sua volta, abbassa il livello di cortisolo (ormone dello stress). Contemporaneamente si attiva il parasimpatico, quella parte del sistema nervoso che ha il compito di stimolare la quiete, la digestione e il recupero delle energie.
Per un po' ci si sente tranquilli, ma il problema rimane
Il problema è che la causa effettiva dello stress non viene eliminata. L'appagamento momentaneo può indurre il cervello a consolidare un modello comportamentale negativo secondo cui: «Se mangio, mi tranquillizzo.» Nasce così la fame emotiva. Non per fame reale, bensì come reazione acquisita a una tensione interiore. Ma non è soltanto il nostro comportamento a cambiare, anche il corpo reagisce alla fame da stress. La conseguenza: un'altalena biochimica che a lungo termine è altrettanto stressante.
Una sferzata di energia, per poi precipitare: cosa succede al nostro corpo
- La glicemia aumenta velocemente = sferzata di energia a breve termine
- Viene rilasciata insulina = la glicemia si riabbassa rapidamente
- Conseguenza: calo di rendimento, nuovo attacco di fame, spesso accompagnato da sensi di colpa
- A lungo termine: un circolo vizioso tra stress = fame = esaurimento = ancora più stress
Fame emotiva e fame fisica
Quando si parla di fame emotiva, è basilare saper distinguere tra fame reale e fame emotiva. Come distinguerle:
Fame fisica
- Nasce e cresce gradualmente
- Brontolio dello stomaco o mancanza di energia
- Può essere placata con diversi alimenti
- Genera un senso di sazietà
Fame emotiva
- Si manifesta all'improvviso
- Spesso è un impulso urgente, per lo più in assenza di segnali fisici
- Induce a privilegiare determinati «comfort food» (cibi dolci, grassi, salati)
- Spesso spinge a mangiare troppo o genera sensi di colpa
Perdita di appetito: non tutti, quando sono stressati, si buttano sul cibo
Non tutti reagiscono allo stesso modo. Alcune persone, se sottoposte a forte stress, perdono completamente l'appetito. Il loro corpo passa in modalità sopravvivenza: la digestione rallenta e gli ormoni dello stress, come l'adrenalina e il cortisolo, reprimono la sensazione di fame. Anche i segnali inviati dal corpo, come la sensazione di fame o di sazietà, in quei momenti vengono percepiti meno. Spesso si ha la sensazione di aver completamente perso la fame.
Quali nutrienti aiutano in caso di stress, e perché
Quando lo stress non molla, aumenta sensibilmente il bisogno di determinati nutrienti, soprattutto quelli che supportano il sistema nervoso e il metabolismo energetico: vitamine, minerali, oligoelementi, ma anche grassi di alta qualità, proteine e antiossidanti. Chi nutre bene il proprio corpo crea una base solida in grado di garantire non solo un sistema nervoso forte, ma anche maggiore tranquillità interiore e resistenza nella quotidianità.
Nutrienti con effetto tranquillizzante e stabilizzante
Magnesio
Rilassa i muscoli e i nervi, ha un effetto tranquillizzante sul sistema nervoso centrale. Si trova ad es. in fiocchi d'avena, prodotti integrali, lenticchie, fagioli, semi di zucca, verdura a foglia verde (spinaci e broccoli), mandorle, anacardi, banane, semi
Vitamine del gruppo B (soprattutto B1, B6, B12)
Supportano la conduzione nervosa, stimolano l'energia e favoriscono la concentrazione. Si trovano ad es. in prodotti integrali, miglio, grano saraceno, legumi, broccoli, avocado, uova
Vitamine C ed E
Proteggono le cellule dai radicali liberi generati dallo stress, dagli inquinanti ambientali o dai raggi UV.
- Vitamina C: frutti di bosco, cavoletti di Bruxelles, peperoni, papaia, kiwi, broccoli, agrumi
- Vitamina E: olio di germe di grano, olio di colza, olio d'oliva, avocado, mandorle
Acidi grassi omega-3
Hanno un effetto antinfiammatorio, favoriscono le funzioni cerebrali e la stabilità emotiva. Si trovano ad es. in semi di lino, noci, olio di colza, semi di chia, salmone e pesci grassi
Antiossidanti (ad es. zinco, selenio, sostanze vegetali secondarie)
Aiutano l'organismo ad affrontare le conseguenze dello stress cronico.
- Zinco: semi di girasole, formaggio Emmental, lenticchie, fiocchi d'avena, tofu, uova
- Selenio: noci del Brasile, sesamo, arachidi, uova, riso
- Sostanze vegetali secondarie con effetto antiossidante: frutti di bosco, tè verde, noci, frutta e verdura
Altri consigli
- Bere a sufficienza: ad es. acqua, tisane rilassanti (melissa, camomilla, lavanda)
- Mangiare carboidrati a lento rilascio: contribuiscono a mantenere stabile la glicemia; si trovano ad es. in fiocchi d'avena, quinoa, legumi, prodotti integrali
- Mangiare a orari regolari: evita le forti oscillazioni glicemiche e riduce gli attacchi di fame nei momenti di stress
Ricetta da provare a casa: polpettine di tofu per rinforzare i nervi
Alcuni alimenti e abbinamenti forniscono diversi di questi utili nutrienti e possono così contribuire in maniera naturale alla tranquillità interiore. Le polpettine di tofu, ad esempio, che aiutano delicatamente l'organismo a ritrovare il suo equilibrio.
Meno stress grazie alla mindfulness e alle piccole abitudini
Quando mangiare diventa la reazione automatica allo stress, la mindfulness può essere una valida alternativa da mettere in campo, non solo per limitarci nel mangiare, ma da adottare nell'arco dell'intera giornata. Essa infatti ci aiuta a prendere coscienza del tempo che intercorre tra l'impulso (ad es. stress, frustrazione, noia) e la reazione (ad es. mangiare in maniera incontrollata), e a gestirlo con consapevolezza.
Piccole abitudini, non cambiamenti radicali
Spesso, quando la nostra giornata è già piena, qualsiasi grande cambiamento rischia di esporci a eccessive sollecitazioni. È rassicurante però sapere di poter trovare un valido rimedio nelle piccole abitudini quotidiane, che ci aiutano a riconoscere per tempo i fattori suscettibili di scatenare la fame emotiva, a comprendere meglio il nostro corpo e a sviluppare nuove e sane routine.
Esempi di piccole abitudini sane
- Preparare uno spuntino sano anziché prendere uno snack già pronto.
- Prima di mangiare fare volutamente due bei respiri profondi o una breve passeggiata.
- Concedersi ogni giorno una piccola pausa senza cellulare, giornale o conversazioni.
- Bere una tisana rilassante anziché il terzo caffè.
- Dedicarsi a qualcosa di piacevole per allontanare lo stress: ascoltare musica, fare attività fisica, scrivere, respirare aria fresca, dipingere.
Queste piccole abitudini sono punti di riferimento nella vita quotidiana. Rafforzano il legame col proprio corpo e riducono il bisogno di compensare le emozioni con il cibo.
Una mini checklist per riconoscere la fame emotiva
Risponda a queste 4 domande per guardarsi dentro e cercare di riconoscere meglio i fattori suscettibili di scatenare la fame emotiva.
1) Ho veramente fame?
- Ho un improvviso attacco di fame senza avere però un senso di fame fisica?
- Ho voglia di qualcosa di specifico (ad es. cioccolata, patatine fritte)?
- Ho lo stomaco che brontola, o mangio solo per il piacere di mangiare?
2) C'è qualcosa che mi spinge a livello emotivo?
- Mangio per stress, frustrazione, noia o solitudine?
- Sto cercando conforto o appagamento nel cibo, o mangio per distrarmi?
- Mangio pur non avendo bisogno di ricaricare le mie energie?
3) Mentre mangio, sono consapevole di ciò che faccio?
- Mangio velocemente, distrattamente o inconsapevolmente?
- Mentre mangio, ho la sensazione di perdere il controllo?
- Mi risulta difficile smettere di mangiare anche se sono sazio?
4) Come mi sento dopo aver mangiato?
- Mi sento sollevato, ma solo per un attimo?
- Ho sensi di colpa o provo insoddisfazione nei miei confronti?
- Provo ancora quelle sensazioni spiacevoli, forse anche più intensamente di prima?
Una spesa intelligente: fondamentale per pasti equilibrati in periodi di stress
Nei momenti più difficili è utile avere a portata di mano una piccola selezione di cibi tranquillizzanti e ricchi di nutrienti. Utilizzi questa lista come spunto per scegliere i cibi che meglio si addicono alla sua vita quotidiana e ai suoi gusti. Questi cibi supportano il sistema nervoso, stabilizzano il tasso glicemico e aiutano a rafforzare l'equilibrio emotivo, senza grossi sforzi.
Carboidrati complessi
Stabilizzano il tasso glicemico e stimolano la produzione di serotonina.
- Fiocchi d'avena
- Miglio
- Quinoa
- Riso integrale
- Farina di grano saraceno
- Patate
Proteine per rinforzare i nervi
Forniscono triptofano e favoriscono la rigenerazione.
- Lenticchie, ceci, fagioli neri
- Yogurt naturale o vegetale
- Uova
- Tofu, tempeh
- In opzione: carne o pesce, a seconda del regime alimentare
Verdura verde e antiossidanti
Hanno un effetto antinfiammatorio e proteggono le cellule.
- Broccoli
- Spinaci (freschi o surgelati)
- Cavolo riccio
- Zucchine
- Peperoni
- Frutti di bosco (freschi o surgelati)
Grassi sani e fonti di magnesio
Supportano il cervello e favoriscono il rilassamento.
- Mandorle, anacardi, noci
- Semi di lino, semi di chia
- Crema di frutta secca (ad es. crema di mandorle o burro di arachidi)
- Olio di colza nativo, olio d'oliva, olio di semi di lino
Snack calmanti e dolci naturali
Forniscono energia immediata – senza cali glicemici.
- Banane
- Datteri
- Cioccolato fondente (min. 70%)
- Energy ball fatte in casa
- Noci non salate
Mangiare in modo più sano grazie al Meal Prep
Molti di questi alimenti possono essere preparati facilmente o integrati in semplici piatti Meal Prep (termine inglese che significa «preparazione dei pasti»). Nei periodi di stress, infatti, molte persone prendono automaticamente dalla dispensa quello che trovano già pronto, e questo il più delle volte si rivela essere una soluzione temporanea tutt'altro che sana. Ed è qui che il Meal Prep può davvero fare la differenza.